Un fatto criminale
Alle 14,47 del 6 gennaio 1995 a Pittsburgh in Pennsylvenia un certo Wheeler McArthur, insieme ad un complice Clifton Earl Johnson, entrano entrambi a viso scoperto nella filiale Swissvale della Mellon Bank con l’obiettivo di commettere una rapina.
Uno di loro blocca il cassiere con una pistola semiautomatica mentre l’altro aspetta in fila.
Se ne vanno poco dopo con un bottino di 5200 dollari.
Analogo metodo di rapina sarà adottato presso la Fidelity Savings Bank in Brighton Heights.
Attraverso le telecamere di sorveglianza la polizia non avrà difficoltà a riconoscere i due figuri.
Johnson sarà arrestato il 12 gennaio.
Wheeler McArthur invece sarà arrestato il 20 Aprile dello stesso anno.
Sarà infine condannato a oltre 24 anni di carcere.
In seguito all’arresto, i detective perplessi chiesero a Wheeler perché avesse commesso tali reati senza prendere precauzioni per nascondere la sua identità.
La risposta di Wheeler fu sorprendente: aveva letto da qualche parte che il succo di limone poteva essere usato per rendere invisibile il proprio volto alle telecamere.
Se si fosse cosparso il volto con del succo e rimasto lontano da fonti di calore sarebbe risultato invisibile.
Il succo di limone infatti era usato per scrivere invisibilmente come inchiostro simpatico che si rivelava solo con il calore.
Wheeler credeva fermamente che il succo di limone avrebbe agito come una sorta di “inchiostro” rendendo invisibile la sua pelle.
Effetto Dunning – Kruger
Il comportamento assurdo e l’incomprensione di Wheeler riguardo alla sua stessa incompetenza furono il punto di partenza per due socio-psicologi: David Dunning e Justin Kruger per lo studio del “Effetto” che prenderà il loro nome.
I due studiosi avviarono una serie di esperimenti nei quali analizzarono le competenze di diverse persone nel campo di alcune materie scolastiche.
Attraverso dei test chiesero loro di stimare il proprio livello di preparazione e, in seguito, sottoposero le stesse persone ad altri test per verificarne l’effettiva conoscenza.
Il risultato dello studio fu riportato nel 1999 in un articolo intitolato “Unskilled and Unaware of It: How Difficulties in Recognizing One’s Own Incompetence Lead to Inflated Self-Assessments” (“Inesperti e inconsapevoli: come le difficoltà nel riconoscere la propria incompetenza portano a valutazioni di sé inflazionate”).
Il concetto chiave dietro il Bias di Dunning-Kruger è che le persone incompetenti in un dato campo spesso mancano della competenza necessaria per riconoscere la propria incompetenza.
Sembra un gioco di parole, tipo ma non lo è.
Di conseguenza i soggetti tendono a sovrastimare le proprie capacità e a pensare di essere all’altezza di un compito quando di fatto non lo sono.
Viceversa le persone esperte tendono a sottovalutare la propria abilità.
Il Bias Dunning- Kruger
Il Bias è spesso illustrato da una curva a forma di U, nota appunto come “Curva di Dunning-Kruger”.
In essa è rappresentata la relazione tra la Competenza Reale e la Competenza Percepita (Fiducia in sé stessi).
Nei primi stadi di apprendimento, le persone sopravvalutano le proprie abilità (punta superiore della U).
Più una persona è incompetente, meno ne è consapevole
Mentre coloro che hanno raggiunto una competenza più avanzata sottovalutano le proprie abilità (valore di minimo della U).
Questo fenomeno ha implicazioni rilevanti in campo sicurezza sul lavoro, specialmente in contesti in cui è necessaria una valutazione accurata delle proprie e altrui abilità.
Individui affetti da questa distorsione sperimentano difficoltà nelle relazioni con colleghi e superiori.
Manifestano ostacoli nel lavoro di squadra, mostrano resistenza a ricevere consigli o critiche, e dimostrano incapacità nel riconoscere e affrontare le proprie lacune.
Queste persone spesso si sentono incomprese e frustrate.
Per i manager è essenziale identificare, comprendere e gestire questo fenomeno in modo da attenuare le conseguenze negative sul team e coordinare efficacemente le risorse umane.
È particolarmente cruciale che i manager implementino strategie di gestione delle personalità affette dal Bias Dunning-Kruger.
Chernobyl
Un incidente riferibile al Bias cognitivo di Dunning-Kruger è quello dell’incidente nucleare di Chernobyl, avvenuto in Ucraina nell’aprile del 1986, la cui dinamica è stata ben descritta nel libro del Prof. Maurizio Catino ( Da Chernobyl a Linate )
In previsione della fermata del reattore numero 4, che sarebbe avvenuta il mese successivo, fu programmato un test preliminare per verificare la capacità del reattore di sostenere autonomamente i propri ausiliari di emergenza anche durante la fase di spegnimento.
Le prove dovevano essere effettuate in quel periodo, altrimenti sarebbero state posticipate di un anno intero.
Il test prevedeva di ridurre la potenza del reattore al minimo per verificare la sua capacità di raffreddarsi da solo senza l’intervento del sistema di emergenza ECCSS (Emergency Control and Protection System)
L’ECCSS era progettato per attivarsi se la potenza del reattore scendeva al di sotto di un certo livello.
I tecnici, giunti specificatamente da Mosca con il loro responsabile: un ingegnere elettrotecnico, non esperto di impianti nucleari, volevano che il test fosse il più realistico possibile.
Temevano che l’ECCSS potesse attivarsi e invalidare la prova. Per cui fu escluso.
L’operazione di esclusione dell’ECCSS non era stata comunicata all’ente preposto alla sicurezza nucleare dell’impianto e pertanto non era stata autorizzata.
L’abbassamento di potenza del rettore oltre una certa soglia minima avrebbe condotto il sistema in un campo di instabilità difficilmente controllabile con pericolo di esplosione ed incidente nucleare.
La soglia di potenza minima fu oltrepassata.
Nonostante i segnali di allarmi del computer di controllo avvertissero di interrompere la prova e la contrarietà dei tecnici locali che avevano segnalato i possibili rischi, la stessa proseguì fino ad uno stadio non più controllabile.
Tutti i sistemi di emergenza erano stati disattivati.
L’ingegnere elettrotecnico, sordo a qualunque allarme, aveva tutto l’interesse a proseguire la prova, forse anche con la prospettiva di una promozione.
I tecnici moscoviti alla fine si resero conto della pericolosità della situazione e cercarono di porvi rimedio spegnendo rapidamente il reattore, ma le barre di controllo si bloccarono.
Alle 1,24 del 26 Aprile ci fu la prima esplosione del reattore 4 seguita da una seconda esplosione che scoperchiò il nocciolo e distrusse l’edificio che conteneva il reattore
L’esclusione dell’ECCSS non fu la causa primaria dell’incidente, ma fu il segnale della superficialità con cui fu affrontata la prova.
L’incidente di Chernobyl è stato un classico “man made disaster”.
Le conseguenze furono catastrofiche: oltre 8.000 morti e più di 20milioni di persone contaminate solo nella ex Unione Sovietica.
Le stesse fonti russe commenteranno come gli operatori non avessero avuto la competenza e l’esperienza per gestire un impianto con quelle caratteristiche e non fossero in grado di valutare i rischi conseguenti alle loro azioni.
Il Coaching e il Bias Dunning e Kruger
Il safety coaching gioca un ruolo di grande aiuto nel contrastare questo Bias nelle organizzazioni.
Specialmente in contesti in cui la sicurezza sul lavoro è prioritaria.
Innanzitutto favorisce una cultura organizzativa basata sulla consapevolezza e sulla responsabilità individuale.
Successivamente accresce la consapevolezza dei rischi e delle competenze necessarie per prevenire incidenti.
Offre un canale per la comunicazione aperta e costruttiva.
Promuove la ricezione di feedback e la discussione aperta delle criticità.
La condivisione delle esperienze aiuta i dipendenti a sviluppare una visione più obiettiva delle proprie competenze.
L’apertura al dialogo incentiva la collaborazione e il lavoro di squadra, aiutando a superare le difficoltà interrelazionali.
Infine, il safety coaching si integra con i processi decisionali per aiutare i responsabili a considerare fattori oggettivi basati su evidenze, anziché confidare solo nelle proprie percezioni più o meno distorte.
Conclusioni
In conclusione, l’analisi del bias cognitivo Dunning-Kruger nel contesto della sicurezza rivela la fragilità delle nostre percezioni e competenze.
Esaminando il ruolo cruciale del safety coaching come strumento per contrastare tali distorsioni, ci rendiamo conto dell’importanza di un approccio consapevole nella gestione dei rischi.
Chernobyl, con la sua tragica lezione storica, ci offre un esempio palpabile di come il sovrastimare le proprie competenze possa portare a conseguenze devastanti.
Attraverso il prisma dei bias cognitivi, emergono domande fondamentali.
Siamo consapevoli dei nostri limiti?
Abbiamo veramente compreso l’entità dei rischi che ci circondano?
Il safety coaching è il catalizzatore per una consapevolezza più profonda e un miglioramento continuo nella gestione della sicurezza.
Chiediamoci, dunque, se siamo pronti ad accettare la sfida di superare i nostri pregiudizi cognitivi, ad abbracciare l’apprendimento continuo e a lavorare per creare ambienti più sicuri e consapevoli.
In un mondo complesso e in continua evoluzione quanto influiscono i Bias nelle decisioni che plasmano le leadership e le dinamiche sociali ?
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