Coaching per la sicurezza sui luoghi di lavoro
Il coaching è una pratica che mira a sviluppare le capacità, le competenze e le abilità delle persone attraverso un processo di apprendimento interattivo e personalizzato.
In ambito lavorativo, il coaching può essere applicato in vari contesti tra cui la gestione del personale, lo sviluppo delle leadership e la promozione della sicurezza sul luogo di lavoro.
In questo contesto il coaching emerge come uno strumento potente e innovativo per migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro offrendo numerosi vantaggi sia per i dipendenti che per l’organizzazione nel suo complesso.
- Può contribuire a sensibilizzare i dipendenti sulla sicurezza sul lavoro, aumentando la loro consapevolezza riguardo ai rischi e alle buone pratiche.
- Contribuisce a sviluppare competenze di comunicazione efficace, inclusa la capacità di segnalare pericoli e preoccupazioni in modo chiaro e tempestivo.
- I coach possono aiutare i lavoratori a identificare e affrontare comportamenti a rischio, incoraggiando il cambiamento verso comportamenti più sicuri.
- Può aiutare i dirigenti a promuovere una cultura della sicurezza, mettendo in atto politiche e procedure efficaci.
- Altro contributo importante è la gestione dello stress contribuendo a prevenire infortuni legati alla fatica.
- Il coaching può migliorare l’efficacia dei programmi di formazione sulla sicurezza, rendendoli più coinvolgenti e personalizzati.
- Monitorare e valutare l’efficacia delle iniziative di sicurezza, identificando aree di miglioramento.
- Promuovere la crescita individuale e organizzativa, contribuendo a creare un ambiente di lavoro più sicuro e sostenibile nel tempo.
Nell’ambito del coaching e della sicurezza sul lavoro, entusiasmante e ricca di spunti è stata la mia scoperta del pensiero di Daniel Kahnamen sulla comprensione di come le persone prendono decisioni e gestiscono le informazioni.
Daniel Kahneman è uno psicologo ed economista Premio Nobel per l’economia nel 2002 ed è noto per i suoi studi sul pensiero umano, in particolare sul Pensiero veloce e il Pensiero lento oltre alle Euristiche e ai Bias cognitivi, concetti che possono essere di aiuto nella interpretazione del comportamento del fattore umano per la sicurezza sui luoghi di lavoro.
Pensiero veloce e Pensiero lento
Nel suo libro “Pensieri lenti e veloci” Daniel Kahneman ha introdotto i concetti di “Pensiero veloce” e “Pensiero lento”, che rappresentano due modalità di pensiero fondamentali nell’essere umano.
Il “Pensiero veloce” è il nostro modo di pensare istintivo e rapido, basato su intuizioni e reazioni automatiche, emozionali e che decide in fretta.
Questo sistema è efficace per rispondere rapidamente a situazioni quotidiane, ma è soggetto a errori e pregiudizi cognitivi perché adotta scorciatoie decisionali.
Il “Pensiero lento” è il nostro pensiero razionale, lento e deliberato, che richiede sforzo mentale e concentrazione. Questo sistema è coinvolto nella risoluzione di problemi complessi, nell’analisi critica e nella presa di decisioni ponderate.
È importante tuttavia sottolineare che questa è una semplificazione e che il funzionamento del cervello coinvolge una rete complessa di aree cerebrali che lavorano insieme in modo sinergico per generare il pensiero e il comportamento umano.
Integrando entrambi questi sistemi, il coaching consente di prendere decisioni più informate e di affrontare le sfide della sicurezza in modo più completo ed efficace.
Ad esempio, se un lavoratore ha sviluppato abitudini pericolose a causa di routine quotidiane o norme sociali all’interno dell’ambiente di lavoro, il Pensiero veloce potrebbe far sì che continui a comportarsi in modo non sicuro senza pensarci.
In tal caso, il coaching per la sicurezza deve concentrarsi sulla sensibilizzazione e sull’identificazione di queste abitudini dannose e aiutare i lavoratori a riconoscerle e adottare comportamenti più sicuri.
D’altro canto, il Pensiero lento può essere utilizzato per promuovere il pensiero critico e l’analisi.
I leader o i coach possono utilizzare il Pensiero lento per condurre valutazioni dettagliate dei rischi e per sviluppare piani di sicurezza e prendere decisioni consapevoli.
Viceversa se una persona è coinvolta in una situazione di emergenza che richiede una risposta rapida e automatica (Pensiero veloce), ma invece cerca di applicare un pensiero razionale e controllato (Pensiero lento), potrebbero verificarsi ritardi che mettono a rischio la sicurezza.
In sintesi, nel coaching per la sicurezza, è importante la consapevolezza del riconoscere il ruolo del Pensiero veloce nel modellare il comportamento e nell’identificare le abitudini non sicure nell’immediato.
Allo stesso tempo, è fondamentale incoraggiare il pensiero critico e l’analisi del Pensiero lento per sviluppare piani di sicurezza e prendere decisioni consapevoli.
Euristiche e Bias Cognitivi
Sempre dal pensiero di Daniel Kanheman, insieme al collega Amos Tversky, discendono i concetti di Euristiche e Bias Cognitivi precedentemente accennati.
Le Euristiche sono scorciatoie decisionali basate sull’esperienza passata che semplificano il processo riducendo la complessità delle informazioni coinvolte.
Le decisioni basate esclusivamente su Euristiche potrebbero non essere sempre accurate o razionali, soprattutto in situazioni complesse o in cui è necessaria un’analisi più approfondita.
Di Euristiche ne sono codificate alcuni tipi:
- Euristica della rappresentatività: Le persone giudicano la probabilità di un evento in base a quanto somigli a uno schema mentale o a un precedente prototipo.
- Euristica della disponibilità: Le persone valutano la probabilità di un evento in base alle informazioni che hanno disponibili al momento nella loro memoria.
- Euristica della simulazione mentale: Le persone tendono a immaginare scenari e risultati possibili per prendere decisioni, ma talvolta queste simulazioni possono essere influenzate da pregiudizi o da informazioni limitate.
- Euristica dell’ancoraggio e aggiustamento: Le persone tendono a fare stime iniziali basate su un “ancoraggio” (un ricordo, un valore, un punto di riferimento, una suggestione più o meno recente) e successivamente apportano “aggiustamenti” a quella stima per giungere a una risposta finale.
I Bias Cognitivi invece sono distorsioni, errori sistematici nel modo in cui le persone elaborano le informazioni.
Sono il risultato di processi mentali automatici che possono essere utili in alcune situazioni, ma che spesso portano a errori perché lasciano per strada o distorcono pezzi di realtà nel processo di acquisizione sensoriale delle varie situazioni reali.
Se ne possono fare akcuni esempi a scopo esplicativo:
- Bias della Conferma: tendenza a ricercare e ad avallare solo le informazioni che confermano il nostro pregiudizio, ignorando completamente quelle che contrastano con il nostro pensiero.
- Bias per Eccesso di ottimismo: tendenza a sottostimare eventi negativi e sovrastimare eventi positivi.
- Bias per Overconfidence: eccessiva convinzione nelle proprie capacità.
- Bias per Effetto Framing: tendenza a comportamenti difformi a seconda di come le varie situazioni vengono inquadrate in un contesto invece che in un altro.
- Bias della Normalità: Quando una pratica sbagliata e pericolosa viene ritenuta normale, acquisita nel tempo, dove le persone tendono a sottovalutare la possibilità di eventi drammatici perché si aspettano che le cose procedano normalmente. “Normalizzazione della devianza”
- Bias per Falsa correlazione: Le persone spesso tendono a vedere correlazioni o causalità tra eventi che non sono effettivamente collegati (se al mattino scendo dal letto con il piede destro sarà una giornata fortunata)
Le Euristiche e i Bias cognitivi sono schemi analitici che giocano un ruolo significativo nell’influenzare le decisioni in materia di sicurezza sul lavoro, spesso determinando scelte che possono compromettere la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Se da un lato il coaching può essere un efficace strumento per migliorare la consapevolezza e la gestione della sicurezza sul lavoro, è fondamentale che i coach comprendano come le euristiche e i bias cognitivi possano influenzare le decisioni in questo contesto.
Solo attraverso una consapevolezza approfondita e un approccio attento, il coaching può contribuire in modo significativo a una cultura della sicurezza più robusta e sostenibile.
Conclusioni
Il fenomeno degli incidenti sul lavoro in Italia si mantiene tuttora su livelli inaccettabili.
Gli strumenti a disposizione di un coach per motivare le persone alla sicurezza sui luoghi di lavoro sono numerosi.
Il mio sforzo e impegno personale nel diffondere la cultura deriva da una grande sensibilità maturata nelle mie esperienze lavorative precedenti.
La mia pratica di coach vuole contribuire in modo significativo a migliorare la cultura della sicurezza per ridurre gli incidenti sul lavoro e a promuovere la consapevolezza della sicurezza tra i dipendenti, creando luoghi di lavoro più sicuri e sani.
Il problema delle morti sul lavoro in Italia, nonostante l’esistenza di regole e leggi, è complesso e richiede un approccio multidimensionale e multidisciplinare per essere affrontato in modo efficace con la necessaria consapevolezza
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